C A F F E' Z I M M E R M A N
La Lipsia di Bach
Quando nel 1723 Johann Sebastian Bach arrivò a Lipsia dopo un lungo e proficuo soggiorno come Maestro di Cappella alla Corte del principe Leopoldo di Koeten, trovò un ambiente culturale molto vivace grazie a una classe borghese colta e desiderosa di emulare nello stile e nelle idee la chiesa e la corte, inventando svaghi musicali per il proprio esclusivo diletto. I caffè e i giardini erano divenuti i luoghi deputati per offrire una significativa produzione di musica strumentale. Dovendo provvedere alle esigenze di questi complessi il Director Musices aveva cura di dotarli di un repertorio adeguato; a compiti di questo genere non si sottrasse nemmeno Bach dal momento che i suoi impegni con il Collegium Musicum (fondato da Telemann nei primi anni del settecento) si protrassero per vari anni fino almeno a tutto il 1741.
Fu così che oltre al suo gravoso incarico di Thomaskantor, Bach si impegnò a dotare il Collegium Musicum di numerosi concerti solistici in cui la parte principale venne affidata a uno o più clavicembali. Questo tipo di repertorio incontrò immediatamente il favore della borghesia lipsiense e stimolò Bach ad attingere con sempre maggiore frequenza al ricco patrimonio di concerti strumentali scritti durante il periodo di Koeten, trascrivendoli per uno, due e tre clavicembali e archi. (quello per quattro è ispirato a un concerto per quattro violini di Vivaldi). Videro così la luce i sette concerti per clavicembalo, i tre per due clavicembali, i due per tre e quello per quattro, tutte opere trascritte da Bach da precedenti concerti per uno o più violini o (come nel caso del concerto in do minore BWV 1060) per violino e oboe.
Il più importante dei caffé in cui si esibiva il Collegium Musicum, il Caffé Zimmermann, (per il quale venne composta da Bach la celebre Cantata del Caffè) divenne dunque il luogo dove il clavicembalo affermò in maniera netta e definitiva le sue capacità di strumento solistico, affrancandosi in modo significativo da una lunga tradizione che lo vedeva molto spesso relegato a un ruolo di accompagnatore di strumenti “melodici”. Il fatto poi che Bach desse al clavicembalo un così grande rilievo nei concerti scritti per il Collegium Musicum, dipende senza dubbio dal fatto che negli anni di Lipsia poteva disporre di esecutori di prim’ordine, primi fra tutti i suoi figli, in particolare Carl Philipp Emanuel e Whilelm Friedemann.
Per far rivivere questa straordinaria esperienza culturale, le atmosfere raffinate tra l’aroma del caffè e le magie dei suoni degli strumenti settecenteschi, il Gruppo Cameristico torinese l’Astrée, da quasi trent’anni impegnato internazionalmente a diffondere la musica del sei-settecento secondo criteri storici e con l’utilizzo di strumenti originali, si è posto l’obiettivo di realizzare nel 2019 un CD contenente due concerti per due clavicembali e archi e due per un clavicembalo e archi, scelti proprio dalla ricca produzione del periodo in cui Bach risiedette a Lipsia e la cui esecuzione avveniva nei locali del Caffè Zimmermann. All’incisione discografica seguirà poi l’esecuzione di vari concerti presso importanti associazioni concertistiche e festival. I due clavicembalisti che si affiancheranno all’Astrée per dar vita al progetto sono Chiara Massini e Giorgio Tabacco, fondatore del gruppo nel 1993.